sabato 8 agosto 2015

this is not the post you're looking for

Tra le mie bozze figura il post sui libri di giugno/luglio/agosto, ma il fatto di essere qui seduta alla mia scrivania alle 5:59 del mattino a causa delle zanzare (because fuck you, guys) mi spinge a provare qualcosa di diverso, più introspettivo. Purtroppo per voi. Ma tanto questo blog non lo legge nessuno, quindi.

Sto perdendo (nemmeno troppo lentamente) traccia di me. Non mi sono mai sentita così persa in tutta la mia vita, la mia autostima non è mai scesa così in basso come negli ultimi due anni e mi sto lasciando andare, trasportare dagli eventi, rimanendo costantemente in attesa che accada qualcosa che mi renda felice.
Eppure di cose belle ne sono successe. Ho incontrato te, siamo andati a vivere insieme, abbiamo una casa tutta per noi. Ed è il mio piccolo luogo felice, il posto in cui so di essere al sicuro.
Le tue braccia, a dire il vero, sono la mia casa. Ma ho così paura di ferirti, di soffocarti con il miasma tossico che emano, con la mia negatività.
Mi sei accanto in un momento così difficile della mia vita e non riesco nemmeno a realizzare davvero quanto grande e meravigliosa e straordinaria cosa sia, perchè se ci riuscissi veramente probabilmente non smetterei più di piangere.
Avrei una specie di sindrome di Stendhal.

Ti ho promesso che avrei lavorato su me stessa e davvero, forse per la prima volta in questi anni ho davvero iniziato a farlo.
Sapevo sarebbe stato difficile, ma non così; gli inizi sono lenti e dolorosi, immaginavo anche questo, ma non immaginavo fossero alimentati da tanta sofferenza e tanta disperazione.
Sono stanca di essere triste senza motivo.
Sono stanca dei continui sbalzi di umore.
Sono stanca di me.

Mi odio, mi odio, mi odio e vorrei non essere. Non morire, o scomparire. Non essere.

Avevo iniziato a scrivere decisa a buttar giù 5 cose che detesto di me stessa.

Vedo rifiuti e fallimenti come cose definitive.
Mi arrendo quasi sempre subito perchè sono convinta di non potercela fare.
Non sono sufficientemente paziente, né costante.
Giudico persone o valuto situazioni in fretta perchè ho paura.
Penso di non esistere se non negli occhi degli altri, negando effettivamente l'esistenza di una me reale, che vive e respira e prova sentimenti quando nessuno la guarda.

A queste ne aggiungerei delle altre, come ad esempio il fatto che detesto passare il tempo in mia compagnia, per via del mio cervello costantemente in funzione.
Pensa, vive, mi guida, mi terrorizza, insulta e muove il mio corpo e le mie labbra.

...poi c'è la ragazza che sorride quando vede un cucciolo. Che ama vedere le persone felici, anche se non le piacciono. A cui non pesa fare qualcosa per qualcuno se la sa fare ed ha tempo libero.
Che ama cucinare, a cui piace prendersi cura delle persone.
La ragazza che la mia psicologa definiva come una persona con un enorme istinto materno.

Sono le 6:21 di domenica mattina ed il pensiero di fare colazione e di svegliarmi domani per andare al lavoro mi terrorizza.
Per questo tento di affogarmi in un bicchiere di spirito e soffocarmi con il malumore.


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